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21 marzo 2022

Confapi Emilia e Padova partono alla volta del confine ucraino

Confapi Emilia e Padova partono alla volta del confine ucraino

 

 

L'associazione ha organizzato una raccolta fondi per raccogliere beni di prima necessità e oggetti utili per il centro di accoglienza. I profughi verranno poi portati nei diversi Paesi d'Europa dove verranno ospitati da parenti e amici 

 

 

Partiranno con 7 pullmini alla volta del confine ucraino, per aiutare le migliaia di persone che ancora stanno fuggendo dal conflitto. Sono i dipendenti e gli imprenditori di Confapi Emilia, che grazie ad una campagna di raccolta fondi lanciata pochi giorni fa daranno il loro contributo per l'accoglienza di quste persone in difficoltà. Meta del viaggio sarà la cittadina di confine Przemysl, in Polonia, dove i profughi verranno caricati sui furgoni e, in seguito, verranno accompagnati in giro per diversi Paesi europei da familiari e amici che hanno dato disponibilità per l’accoglienza. A bordo dei pullmini verranno caricati anche beni di prima necessità e oggetti utili per il centro di accoglienza, come cuscini e viveri. "La drammatica guerra e le sofferenze della popolazione Ucraina non ci possono lasciare indifferenti. Confapi fin dall'inizio ha supportato con donazioni l’attività della Croce Rossa presieduta da Francesco Rocca che è anche presidente di Confapi Sanità. I nostri imprenditori della piccola e media industria privata, pur dovendo affrontare tutte le difficoltà attuali, hanno ancora una volta  confermato il loro sentire in termini di responsabilità sociale promuovendo, come nel caso dell’Emilia e del Veneto, initiative concrete a supporto dei civili", ha affermato il presidente di Confapi Emilia Maurizio Casasco. «Non ci siamo voluti limitare a raccogliere fondi – ha dichiarato il Direttore di Confapi Emilia Stefano Bianchi - ma abbiamo sentito forte in tutti noi il bisogno di contribuire concretamente a mettere in salvo persone che oggi stanno vivendo un momento unico nella sua drammaticità. Unico grande obiettivo di questo viaggio è facilitare il congiungimento familiare di molte persone in fuga dalla guerra per loro impossibile per la difficoltà di reperire mezzi di trasporto dalla Polonia". 

 

L'associazione di categoria delle Piccole e Medie Imprese italiane sta anche pensando all'inserimento dei cittadini che scappano dall Guerra all'interno del mondo del lavoro. "Stiamo valutando con i nostri organismi della formazione iniziative per un eventuale inserimento lavorativo dei profughi" ha aggiunto Casasco. La partenza di dipendenti, imprenditori associati e volontari di Confapi è fissata per venerdì 25 marzo alle ore 8.00 da Modena; il viaggio di ritorno, invece, sarà domenica 27 marzo. 

 

L'iniziativa è stata promossa anche da Confapi Padova, che grazie al contributo di alcuni associati e tanti amici, ha organizzato una prima missione umanitaria di 21 volontari e 9 mezzi di trasporto, partita da Padova prima dell’alba di venerdì 18 marzo con destinazione Przemyśl. Per fare tutto questo e per immaginare future azioni di supporto l’associazione ha anche attivato un conto corrente dedicato. 

 

"In un momento di assoluta criticità, come purtroppo recentemente accaduto per l’emergenza pandemica, anche Confapi Padova è chiamata a interrogarsi sul suo ruolo», ha sottolineato il presidente Carlo Valerio. "Il primo sentore, che accomuna tutti, è l’impotenza. Cosa possiamo fare davanti a un tema di così vasta portata che ha colto impreparati tutti, la nostra Italia e la nostra Europa in primis? Eppure, la questione ci riguarda da vicino. Molto. Non solo per i timori, più che legittimi, di un allargamento del conflitto. Non solo per l’ulteriore volatilità dei mercati nei quali ci approvvigioniamo di energia e materie prime. Ma, soprattutto, per il dramma umanitario che si consuma ai confini orientali della nostra Europa, con quasi 3 milioni di sfollati in meno di venti giorni. È bene ricordare che intendiamo prevalentemente donne, bambini e anziani che fino a metà febbraio avevano una casa, la tranquillità di un reddito, una nazione in pace. Oggi, queste persone non sanno se avranno un posto in cui tornare e hanno lasciato i loro uomini in guerra. Ad accoglierli hanno trovato la vicina Europa che, non senza grandi difficoltà, cerca di reggere l’onda d’urto della più grande e rapida ondata migratoria della storia, tra Polonia, Romania e la vicina Moldavia. Molti, in tutta Europa, si sono mobilitati per fare fronte alla necessità di approvvigionare l’Ucraina di acqua, cibo, medicine e altri beni di prima necessità, ma non solo. Istituzioni, organizzazioni del terzo settore e tanti privati stanno supportando i Paesi confinanti nella gestione dell’accoglienza. Anche noi abbiamo deciso di mobilitarci".

 

 

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